Discariche abusive ignorate: paghiamo 256 mila euro al giorno
DI PIERO ERLE
Attualità – Il Giornale Di Vicenza – Martedì 11 Novembre 2014
Sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere: il Veneto paga 256mila euro al giorno di multa, affibbiata dall´Ue, perché non ha ancora bonificato sei discariche abusive scoperte dal Corpo forestale dello Stato addirittura 12 anni fa. È il dato più clamoroso che emerge dalla recente riunione della “Commissione speciale per le relazioni internazionali e i rapporti comunitari” – con il presidente Nereo Laroni (Ncd) e il “vice” Stefano Fracasso (Pd) – che ha fatto il punto sui rapporti tra Regione e Bruxelles in vista della cosiddetta “sessione europea” nella quale il Consiglio regionale (per l´ultima volta in questa legislatura) dovrà adeguare le normative venete a quelle dell´Ue.
IL DISASTRO RIFIUTI. Nel 2002, vale a dire ben 12 anni fa, il Corpo forestale dello Stato pubblicò un censimento di ben 218 siti in tutta Italia dov´erano presenti discariche abusive: in Veneto sono a Chioggia (Borgo San Giovanni), Mira (via Teramo), Salzano (S. Elena Robegano) Venezia (due siti: cave Bertoldo/Casarin e area Miatello) e a Sernaglia della Battaglia (sito Masarole). Cinque anni dopo la scoperta l´Ue avviò una procedura di infrazione, che portò a una sentenza della Corte di giustizia europea. Si è arrivati quindi a pagare la multa, che Bruxelles applica allo Stato ma che Roma farà poi calare in quota parte su ciascuna Regione: per il Veneto, spiegano Laroni e Fracasso, significa che di fatto stiamo pagando una multa di 256mila euro al giorno. La sanzione può calare, lo segnala lo stesso Governo, se intanto si riduce il numero di siti inquinati. Ma il Veneto per bonificare quei siti ha bisogno di un aiuto dallo Stato, e ha già preparato un programma di risanamento ambientale che vale 57,5 milioni. Il Governo, da parte sua, ha messo in bilancio in tutto 30 milioni per quest´anno (per tutta Italia) e altri 30 milioni per l´anno prossimo.
L´IPOTESI DI ACCORDO: LAVORI NEI 2 SITI PIÙ IMPORTANTI. Sulla base di questi primi soldi disponibili a livello statale, comunque, Ministero e Regione – lo certifica una delibera portata in Giunta dallo stesso presidente Luca Zaia a metà ottobre – hanno steso un “Accordo di programma quadro” che permetterebbe di fare il grosso del lavoro: 40,7 milioni per i due siti inquinati individuati con “priorità 1”: Chioggia e Salzano. Di questi fondi, 4,9 milioni li ha già stanziati la Giunta veneta e i restanti 35,8 milioni verrebbero dallo Stato. Ci vogliono alcuni passaggi, il Decreto e la firma dell´Accordo Regione-Stato, ma sarebbe la prima tappa per cominciare a pagare meno rispetto a una multa assurda che il Veneto si fa dare, perché porta via soldi dalle casse regionali senza aver risolto il problema.
ALTRE “INFRAZIONI”. Peraltro, spiegano Laroni e Fracasso, non è finita qui: il Veneto è “invischiato” anche in altre due procedure di infrazione Ue, una per il trattamento delle acque reflue e una per la disostruzione dell´alveo del Piave. A queste se ne aggiungono due nuove di quest´anno: una per la cattura di uccelli da utilizzare come richiami vivi per la caccia e una ancora per il trattamento di acque reflue.
I FONDI. Peraltro pare invece chiudersi un confronto a distanza spesso visto in questi anni tra la Giunta Zaia (in particolare l´assessore Roberto Ciambetti) e Laroni, che aveva sollevato sospetti sul fatto che la Regione non sarebbe riuscita a spendere tutti i fondi assegnati al Veneto dall´Ue per i sette anni dal 2006 al 2013. Il termine ultimo per spendere i soldi è il 31 dicembre dell´anno prossimo, e la commissione ha verificato che il Veneto si avvia a dimostrare di aver speso i circa 2,7 miliardi, anche se – sottolineano Laroni e Fracasso – i fondi di sviluppo (460 milioni) sono finiti a oltre 4mila progetti: «È una parcellizzazione esagerata che fa perdere efficacia e valenza strategica. Per il 2014-2020 sarà meglio concentrare le risorse e ridurre il numero dei progetti finanziati, privilegiando sinergie e indirizzi integrati».